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La “vastedda” di pecora del Belice

Vastedda di pecora del Belice: un formaggio fresco e gustoso

Le dolci colline della Valle del Belice, in Sicilia Occidentale, ricche di olivi e di allevamenti ovini, sono la terra d’elezione di uno dei formaggi siciliani più noti e gustosi, la “vastedda” di pecora del Belice, alimento DOP e presidio Slow Food la cui produzione è ammessa dal disciplinare solo in 17 comuni nelle province di Trapani, Agrigento e Palermo.

Questo squisito formaggio dalle origini antiche (se ne hanno notizie già nella metà del XV secolo), dalla pasta liscia e compatta color avorio, con poche striature dovute all’artigianalità della produzione, si ottiene con latte ovino intero rigorosamente di pecore autoctone di razza “valle del Belice” o belicina.

È probabilmente l’unico formaggio a pasta filata fatto con latte ovino, perché la filatura non va di solito molto d’accordo con le caratteristiche di questo latte: è necessaria tutta l’abilità dei casari della zona per riuscire a trattare la pasta e creare la preziosa vastedda.

Vastedda di pecora del Belice: prelibatezza nata per errore

Il nome vastedda rimanda subito alla tipica forma a focaccia dovuta ai piatti in cui le forme vengono tenute per la formatura, vastedde appunto: la stessa forma che caratterizza anche l’omonimo pane siciliano.

Nel caso del formaggio però il nome rimanda anche alla sua origine, che come spesso avviene per le cose migliori sembra essere legata a un errore, e nello specifico all’espressione dialettale “vastata”, ovvero scaduta, andata a male.

La vastedda di pecora, fresca e leggera, è infatti un prodotto estivo, la cui produzione avviene nel periodo che va da maggio a ottobre, quando la disponibilità di latte è più ridotta e i casari tentano di recuperare i pecorini difettosi facendoli filare a temperatura elevata.

Proprio per queste origini in passato la vastedda era quasi considerata un formaggio minore, ma con il tempo e la sempre maggiore richiesta la sua produzione è aumentata, passando dal solo periodo estivo a tutto l’anno.

Da sola, sulla pizza o con i salumi: via libera alla fantasia con la vastedda in cucina

Il gusto di questo formaggio è delicatamente profumato e piacevolmente acidulo, mentre a livello nutrizionale esso vanta un contenuto proteico superiore alla media, dovuto al particolare processo di filatura che riduce il grasso e, a parità di peso, fornisce molte proteine e una maggior digeribilità. La vastedda è inoltre un’importante fonte di vitamine e sali minerali.

Da gustare fresca (già dopo un’ora dalla produzione, e al massimo entro tre giorni), la vastedda di pecora può essere mangiata da sola, come ingrediente per il pane cunzato o per le pizze, oppure accompagnata a salumi.

 

 

Noi di Villa Costanza la proponiamo nelle nostre pizze “speciali”:
prova ad esempio la Tumminia, con farina di tumminia, pomodoro, vastedda di pecora del belice DOP, fior di latte siciliano, mortadella d’asino e maialino di Castellana Sicula, oppure la Ruota del Carretto Siciliano, con vastedda abbinata a fior di latte siciliano, miele di ape nera sicula C. Amodeo, carpaccio di vacca cinisara, zucchine, pomodoro datterino e mandorle bio, o anche la più semplice ma deliziosa Zagara Bianca, con vastedda, crudo madonita, scorza di limone e rucola.

Scopri queste e tante altre gustose opzioni nel nostro menu pizzeria

 

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