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A Villa Costanza nasce l’amaro stagionale

 

L’amaro ha una struttura chiaramente identificabile.

Un amaro intenso dal colore scarico.

L’amaro ha una tendenza dolce al primo assaggio che tuttavia inganna.

A chiusura infatti emerge una decisa nota amara, determinata dal cardo selvatico ma soprattutto dalla presenza della cicoria, pianta selvatica dal sapore appunto amarognolo ma affatto sgradevole.

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Chi li conosce sa bene ormai che dalle menti vulcaniche di Marco e Costanza Durastanti, fratelli in affari che ogni giorno lavorano alla valorizzazione di Villa Costanza, possono nascere improvvisamente idee e progetti per stupire i propri clienti.

Dopo aver applicato la filosofia Slow Food nel loro modello di ristorazione (leggi qui l’articolo dedicato), e dopo aver dato vita al loro orto a Ciaculli – curato insieme all’associazione Coltiviamo Tradizioni – da cui ottenere gran parte delle verdure e degli aromi del menu, i fratelli Durastanti avevano dato prova del loro desiderio di sperimentare e innovare con la produzione del vino Grillo Bio di Costanza prima, e con  il set di birre Villa Costanza – Bastioni&Costanza Pale, Costanza Pale, Costanza Amber – poi.

Contemporaneamente hanno portato ai tavoli del loro ristorante l’Olio d’olive siciliane di Villa Costanza, regalando ancora una sorpresa gastronomica.

L’dea dell’amaro Costanza

Pur essendo rimasta un’idea allettante per anni, finalmente nel 2018, Marco e Costanza hanno deciso di dedicarsi alla produzione del primo amaro 100% naturale, ancora una volta targato Villa Costanza.

Il progetto muove i suoi primissimi passi quando Marco conosce l’amico e agronomo Dott. Paolo Castelli.

Marco espone così le sue idee a Paolo, mettendo in chiaro il suo profondo desiderio di dar vita ad un amaro che rappresentasse davvero la filosofia del suo ristorante e, soprattutto, del suo esperimento di successo che è l’orto di Ciaculli.

I due valutando così la fattibilità decidono di selezionare le prime erbe con cui sperimentare una prima infusione.

Si recano così a Bolognetta, piccolo comune siciliano a pochi chilometri da Palermo, presso la distilleria Sclafani di Natale Sclafani

Qui le erbe selezionate rimangono in infusione per mesi, così da poterne valutare le caratteristiche.

 

La ricetta dell’amaro Costanza

Solo in seguito all’infusione sarebbe stato possibile definire la ricetta dell’amaro, rilevandone le caratteristiche dominanti in estetica, gusto e bouquet.

Il punto di partenza imprescindibile per Marco e Costanza era che il prodotto fosse 100% naturale, escludendo così qualsiasi aggiunta di prodotti chimici, diversamente da ciò che avviene negli stabilimenti in cui vengono prodotti i più noti amari da scaffale.

L’amaro Costanza doveva nascere dall’infusione delle sole erbe dell’orto di Ciaculli. Tra le numerose erbe utilizzate il finocchietto selvatico, salvia e rosmarino, ma a prevalere sono state il cardo selvatico, la cicoria e il limone

Così l’amaro Costanza si presenta unico non solo per concepimento, ma per le sue imprevedibili evoluzioni

L’uso infatti di erbe complementari sempre diverse e i diversi periodi dell’anno in cui verrà effettuata la raccolta delle stesse erbe, determineranno un prodotto finale sempre diverso, “di stagione”, proprio come le portate del menu.

 

 

 

Come si presenta l’amaro

 

L’amaro ha una struttura chiaramente identificabile.

Un amaro intenso dal colore scarico.

L’amaro ha una tendenza dolce al primo assaggio che tuttavia inganna.

A chiusura infatti emerge una decisa nota amara, determinata dal cardo selvatico ma soprattutto dalla presenza della cicoria, pianta selvatica dal sapore appunto amarognolo ma affatto sgradevole.

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